Empowerment: processo di crescita personale

Empowerment (Demo)

Cos’è l’empowerment

Il termine empowerment ha avuto negli ultimi anni una significativa risonanza: appartiene a quel gruppo di termini anglosassoni praticamente intraducibili poiché porta con sé un insieme sfaccettato di significati. La definizione che ne dà Wikipedia ad esempio è la seguente: “il termine empowerment indica un processo di crescita, sia dell’individuo sia del gruppo, basato sull’incremento della stima di sé, dell’autoefficacia e dell’autodeterminazione per far emergere risorse latenti e portare l’individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale”.
Un altro significato attribuito a questo termine è “un processo che mira a valorizzare le persone per farle crescere sia come individui che come professionisti realizzati nel proprio lavoro, per il successo individuale e dell’organizzazione di cui fanno parte attraverso l’impegno e la passione”.
Prendendo di riferimento l’ultimo significato, specifichiamo che il livello individuale riguarda la possibilità delle persone di sentirsi responsabili, protagoniste della propria vita, in termini di espansione del sé, mentre il livello organizzativo riguarda la possibilità per l’azienda di essere più efficaci nel funzionamento e nelle sfide innovative. In entrambi i casi comunque si parte da una situazione corrente per migliorarla, potenziarla, col presupposto che tutti hanno delle risorse e del potenziale che possono sviluppare e sfruttare in modo ottimale.

Tripartizione di Zimmerman

L’empowerment è un costrutto che si declina in più livelli, così come descritto da Zimmerman:
1. psicologico-individuale;
2. organizzativo;
3. socio-politico o di comunità.

Livello psicologico-individuale

L’empowerment individuale è chiamato self-empowerment e significa potenziamento personale e professionale per utilizzare al meglio le proprie migliori capacità, energie, potenzialità, diventando protagonisti della propria vita e del proprio lavoro. L’empowerment ha un vero e proprio potere all’interno delle persone che influisce sul loro sentimento di benessere e sulla percezione di autoefficacia.
Nell’ambito psicologico si è sviluppato per favorire i processi riabilitativi e per diminuire la dipendenza dalla figura del professionista curante.

Livello organizzativo

Nell’ambito organizzativo e del management l’empowerment favorisce la condivisione di responsabilità ed elimina la struttura gerarchica per valorizzare tutti i dipendenti.
Esistono due tipi di organizzazione, cioè l’Organizzazione Empowering, che ha come obiettivo basilare quello di promuovere l’empowerment personale dei suoi membri, e l’Organizzazione Empowered, che ha come obiettivo principale quello di influenzare il contesto in cui è inserita.

Livello socio-politico o di comunità

Nell’ambito socio-politico l’empowerment serve per emancipare i soggetti più deboli e per promuovere il decentramento, favorendo le autonomie locali. Invece a livello di comunità, l’empowerment fa riferimento all’azione collettiva finalizzata a migliorare la qualità di vita e alle connessioni tra le organizzazioni e le agenzie presenti nella comunità. Le strategie di empowerment di comunità sono volte a favorire il processo di crescita di potere nei cittadini tramite la partecipazione di questi ad esperienze significative.

Empowerment nella Riabilitazione Psichiatrica

La cultura dell’empowerment in psichiatria nasce e si sviluppa come metodologia di
intervento sui pazienti e sui familiari rivolta al recupero e al potenziamento dell’autonomia e della responsabilizzazione, alla consapevolezza delle proprie risorse personali in una condizione che utilizza come presupposto operativo la matrice relazionale, la presa in carico del paziente, la collaborazione nella scelta dei trattamenti e ha come obbiettivo il miglioramento dell’efficacia e della appropriatezza degli interventi, la qualità dei trattamenti, la compliance e la soddisfazione dell’utente.
Nel 1984 il Community Support Program costituito nel 1977 dal National Institute of Mental Health indicò nell’autodeterminazione un principio guida e dichiarò che l’empowerment era una delle mete fondamentali.
Ciò ha portato la realizzazione di percorsi curativi per promuovere il passaggio del paziente da una condizione di mancanza di iniziativa, limitata capacità relazionale e di accesso alle risorse e incapacità/inadeguatezza a dominare gli eventi a una condizione di capacità di operare sulle proprie rappresentazioni e stati mentali per attuare strategie di intervento efficaci ovvero come il soggetto affronta il problema. Questo quindi ha comportato in psichiatria un ampliamento degli orizzonti operativi per cui il processo di diagnosi e clinico è andato oltre il riconoscimento del disturbo puntando anche all’identificazione delle strutture e del funzionamento psicologico e relazionale del paziente, delle sue risorse e delle sue eventuali disabilità, nonché delle risorse del servizio e dell’operatore idonee ad affrontare la complessità del problema presentato ed esplorare le possibilità emancipative dell’approccio.
L’OMS nel 2010 ha redatto un documento intitolato L’empowerment dell’utente nella salute mentale, Una dichiarazione dell’Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS, il quale definisce l’empowerment come “un importante elemento di sviluppo umano”. Lo stesso documento dichiara in oltre che l’empowerment deve avere le seguenti qualità:
• mantenere speranza e rispetto;
• rivendicare la guida della propria vita;
• percepirsi in connessione con l’ambiente;
• capire che ogni persona è portatrice di diritti;
• spostarsi dal piano della segretezza al piano della trasparenza;
• comprendere che la crescita e il cambiamento sono illimitati.
Sono punti molto importanti che, se applicati nei servizi di salute mentale, potrebbero portare speranza e forza vitale ed eliminare il senso di impotenza, rassegnazione e frustrazione che è diffuso nella maggior parte dei servizi.

In conclusione possiamo affermare che l’empowerment possegga caratteristiche trasversali che ne rendono efficace l’applicazione alle diverse aree di vita e ai diversi livelli di benessere/malessere per fare la differenza!

Anna Ghignola
Tirocinante corso di Laurea in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica, Università di Pisa.

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