In marcia per la salute mentale

Marcia1

10 ottobre 2023

E’ stato bello e importante camminare insieme ai giovani studenti fino alla Torre di Pisa, durante la marcia cittadina per la Giornata Mondiale della Salute Mentale. C’era allegria e vitalità tra gruppetti di amici, per loro era soprattutto una giornata diversa dal solito all’aria aperta, durante una bellissima giornata d’autunno. Ma eravamo fianco a fianco ed eravamo tanti. Una marcia così fa molto bene alle persone che si impegnano in prima linea per i diritti di chi soffre di un disagio psichico. Siamo abituati a sentirci
sempre molto soli a combattere una battaglia durissima con dei nemici che il più delle volte ci sembrano
invincibili.
C’è la fatica privata quotidiana di vivere con delle fragilità, in un difficile equilibrio tra il bisogno di protezione e tranquillità e la necessità di impegnarsi per essere presenti in una comunità moderna che vive a ritmi velocissimi, trascurando l’ascolto, la presenza nel qui ed ora e le relazioni umane, per sviluppare invece efficienza e performance. Ci sono le mura della paura e dello stigma, che alimentano la discriminazione verso chi soffre di un disagio psichico, perché il dolore emotivo e la confusione della mente possono accadere a chiunque: non pensarci e non occuparsene è la miglior scorciatoia per proteggersi. C’è la consapevolezza che i servizi socio-sanitari, sovraccarichi di richieste, con personale insufficiente e un’impostazione raramente orientata alla recovery, a volte più che essere una risposta sono anch’essi fonte di problemi, ostacoli e sofferenze.

Una lunghissima marcia.

L’Alba Associazione l’ha iniziata prima del 2000, quando nacquero i primi gruppi di auto-aiuto in clinica. Più di venti anni in cui ogni giorno diciamo, con le parole e soprattutto con i fatti: Dal disagio psichico si può uscire, ma non da soli. Serve una salute di comunità perché non ci sono solo i sintomi da curare, ma lo stigma, l’auto-stigma  l’isolamento: servono Spazi di Vita inclusivi, servono gruppi di auto-aiuto, servono associazioni e reti forti tra associazioni, serve l’arteterapia, servono spazi realmente inclusivi come il Circolo L’Alba, il Quore, il Big Fish, servono soprattutto gli ESP.

Perché quando una persona ha una diagnosi psichiatrica ed entra in un centro di salute mentale, non può essere accolto non solo dai professionisti, ma anche da un esperto in supporto tra pari che lo possa sostenere per ridurre il trauma?
Perché così poche persone vengono inviate ai gruppi d’auto-aiuto?
Perché i giovani psichiatri appena formati (ma anche professionisti con lunga esperienza), non sanno che cos’è la recovery?
Perché è ancora così difficile trovare professionisti che sappiano valorizzare le risorse delle persone invece di focalizzarsi solo sui deficit?
Perché le risorse economiche continuano ad essere così poche e quelle poche investite soprattutto in strutture assistenziali?
Perché esiste ancora “l’assegno di invalidità”? Perché vengono ancora dati solo soldi in modo assistenzialistico invece di vincolare il contributo economico a progetti che aiutino veramente la persona ad attivarsi con le proprie risorse per costruire il proprio progetto di vita come qualsiasi altra Persona? Non potrebbe chiamarsi invece, ad esempio, “Assegno di empowerment”? Ogni passo una domanda, pochissime le risposte.

Per non fermarci abbiamo bisogno del sostegno di tutti: i familiari, i cittadini, i giovani studenti che saranno i professionisti di domani e soprattutto delle reti che si creano tra pari creando le condizioni giuste: nei gruppi di auto-aiuto, in cui impariamo insieme a sostenere i sintomi e a cercare le risorse all’esterno e dentro di noi, nelle associazioni, in cui ci sentiamo aiutati nei momenti di crisi e in cui impariamo ad aiutare a nostra volta, nei corsi di formazione, importantissimi perché si possano formare nuovi ESP.

Quest’anno non abbiamo marciato da soli: il Coordinamento Regionale Toscano delle Associazioni per la Salute Mentale ha sostenuto con ancora più decisione le iniziative per il 10 ottobre di tantissime città toscane (vedi programma), nel corso nazionale Ex-In per ESP, finanziata dal Ministero della Salute, ESP provenienti da tutta Italia si confrontano e si impegnano per dare vita ad un’associazione professionale per Esperti in Supporto tra Pari, in molti paesi dell’Europa questa figura professionale è riconosciuta, collabora con i servizi socio-sanitari, e l’Organizzazione Mondiale della Sanità continua a sostenere e dare impulso a queste buone pratiche che valorizzano lo sviluppo della partecipazione attiva e i diritti delle persone che hanno o hanno avuto una diagnosi psichiatrica.

Se ognuno si fa carico del proprio piccolo pezzetto, tutti potremmo stare meglio!